Rho, botte in piazza tra due ragazzine sedicenni. Nell’indifferenza generale interviene la municipale
Rho, 14 marzo 2014 – Ancora botte tra due ragazzine. E ancora una volta sotto lo sguardo di una decina di spettatori, tutti adulti, che anzichè intervenire per bloccare le due sedicenni hanno assistito al pestaggio. È successo in largo Mazzini, centro storico di Rho, mercoledì pomeriggio. È stata un’agente della polizia locale, Rossella Colombo, in servizio di pattugliamento nel centro storico, a farsi spazio tra il capannello di persone e bloccare le due ragazzine.
Questa volta non c’è alcun video da cliccare sui social network con le sequenze del pestaggio, come era successo a Bollate, ma l’accaduto fa notizia per l’indifferenza della gente. Eppure le due ragazzine, secondo il racconto dell’agente intervenuta, non si stavano semplicemente insultando o spintonando. Erano già andate oltre. Calci e pugni con violenza e rabbia. L’agente, in servizio al comando di Rho da più di 17 anni, è stata attirata proprio dal gruppo di persone, disposte in cerchio.
Quando ha capito quello che stava accadendo, con qualche difficoltà, vista la corporatura robusta di una delle studentesse, è intervenuta e le ha separate: «Nonostante la mia presenza hanno cercato di azzuffarsi ma quando la ragazzina che aveva iniziato il litigio si è accorta della divisa da vigile si è subito allontanata di corsa».
In largo Mazzini, spaventata, con alcune escoriazioni sanguinanti sul volto, è rimasta la ragazzina aggredita, che tuttavia non ha voluto essere accompagnata all’ospedale nè denunciare l’amica che l’aveva picchiata. Sembra che la ragione del litigio e poi del pestaggio sia un ragazzino. Una scusa tanto banale quanto plausibile, a quell’età.
Solo quando l’agente è intervenuta alcune persone che avevano assistito alle botte si sono avvicinate fingendo interesse e commentando l’accaduto. Forse anche in largo Mazzini, come davanti al Levi di Bollate, qualcuno ha ripreso quella lite con il telefonino. O forse, considerato che gli spettatori erano tutti maggiorenni, hanno avuto almeno il buon senso di non immortalare la scena. L’indiffenza, però, è la stessa.
da ilgiorno.it