Sicuramente la strada è un luogo di incontro per le persone, uno spazio per gli scambi, per gli acquisti e per il lavoro; uno strumento che facilita gli spostamenti e riduce le distanze; un punto di riferimento (il nome della via); la strada è di tutti: su di essa si incrociano esigenze, necessità, interessi differenti e complementari. Per questo il suo uso deve essere regolamentato.
Ma allora casa non è una strada?
Non è assolutamente una pista; il posto dove giocare; un luogo dove abbandonare i rifiuti; soprattutto non è una proprietà personale… Non tutte le strade sono uguali! Esse, infatti, a seconda dell’ente proprietario, possono essere: statali, regionali, provinciali, comunali, militari. Se poi le consideriamo in base a come sono fatte o a che uso sono destinate, le strade sono classificate come autostrade, strade extraurbane principale o secondaria, strade urbane di scorrimento e di quartiere, strade locali.
Ora dobbiamo metterci d’accordo sui nomi che si danno alle diverse parti che compongono la strada:
Troviamo, nell’art. 3 del Codice della Strada le definizioni che la interessano.
Chi usa la strada oltre i pedoni (cioè noi, bambini, genitori…)?
- gli animali (cavalli, buoi…);
- i veicoli a braccia (le famose carrette o le bancarelle in legno dei mercati);
- a trazione animale ( la carrozza trainata dal cavallo);
- i velocipedi ( le biciclette, i tandem…);
- gli autobus;
- i ciclomotore;
- i motoveicoli;
- gli autoveicoli;
- i filo veicoli;
- i rimorchi;
- le macchine agricole;
- le macchine operatrici;
- i veicoli con caratteristiche atipiche.
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