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«Mi sono fatto la vaccinazione e ho preso l'influenza». «Sono allergico al vaccino». «Fa venire una paralisi». «Fa male a chi ha avuto un tumore». Sono decine le leggende metropolitane radicate in una fetta importante della popolazione, contro il vaccino antinfluenzale che, secondo i medici, deve essere somministrato anche ai bambini molto piccoli.

Medici e poliziotti vaccino «obbligatorio»

La sottovalutazione del rischio, per esempio l'anno scorso, ha determinato che si sia vaccinato soltanto il 25% delle persone a rischio (anziani in primis). Dai medici di famiglia della Simg giunge l'appello a vaccinarsi, perché l'influenza non è uno scherzo: dai due ai cinque milioni di malati quest'anno, secondo le previsioni; 8.000 morti l'anno, decine di migliaia di ricoveri ospedalieri, soprattutto per complicazioni polmonari. «E quest'anno - avverte Aurelio Sessa, Responsabile Influenza della Società Italiana di Medicina Generale (Simg) - i nuovi virus "australiani" renderanno l'influenza più aggressiva rispetto agli anni scorsi, con almeno tre milioni di italiani a letto». Da sconfiggere sono soprattutto i pregiudizi: il vaccino che fa male o che è inutile, chi si ritiene sano e quindi immune, chi pensa addirittura che sia il vaccino stesso a far ammalare di influenza. Il 32% degli anziani che non si vaccinano, spiega Sessa, dicono di non ritenerlo necessario «perché raramente mi ammalo», ma un preoccupante 27% non lo fa perché "il medico di famiglia non me ne ha mai parlato». Eppure, fa notare Sessa, il vaccino può essere decisivo nel debellare l'influenza: «Ha un'efficacia che oscilla tra il 70 e il 90% nel prevenire la malattia negli adulti, previene dell'80% la morte degli anziani nelle residenze protette e del 30-70% l'ospedalizzazione per polmonite degli anziani. Se tutti i soggetti a rischio si vaccinassero, buona parte di quelle 8.000 morti l'anno sarebbero evitate».
Ma gli anziani non sono i soli ribelli al vaccino. Se ne dimenticano anche i medici italiani, nonostante «l'80% della vaccinazioni - sottolinea Sessa - avvenga negli studi dei medici di famiglia». Eppure tra «i camici banchi, compresi i pediatri - gli fa eco Walter Pasini, direttore del Centro Oms per la medicina del turismo a Rimini - la percentuale di vaccinati è insufficiente. E ciò nonostante questi professionisti vengano a contatto quotidianamente con pazienti dai quali potrebbero essere infettati o che potrebbero a loro volta infettare». I camici bianchi «si vaccinano poco, e con essi - aggiunge Sessa - tutto il personale sanitario italiano». Dunque anche «infermieri, tecnici di laboratorio e in generale i dipendenti del Ssn». Colpa anche «della diffidenza nei confronti del siero, nella convinzione che il vaccino possa non funzionare». Eppure i medici «portano in giro il virus, perché vi entrano in contatto nelle case dei malati, negli ambulatori e nei loro studi, divenendo potenziali "untori"». Anche se sui camici bianchi pesa l'aggravante, alla luce del ruolo che rivestono, non sono certo loro gli unici responsabili dell'epidemia di influenza che percorre ogni anno lo Stivale da un estremo all'altro. «A veicolare il malanno di stagione - spiega infatti Sessa - sono soprattutto gli insegnanti, ma anche gli impiegati delle poste costantemente a contatto con i cittadini, e poi polizia, carabinieri e, più in generale, i dipendenti del servizio pubblico che si interfacciano con i cittadini». Tra le categorie che non dovrebbero mai dimenticare di vaccinarsi, poi, «vanno senz'altro ricordate le badanti, per il ruolo delicato che ricoprono accanto ai nostri nonni».

Da: iltempo.ilsole24ore.com  

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A chi è offerto gratuitamente il vaccino


La Circolare n. 1 del 2 agosto 2004, come specificato anche nella successiva nota integrativa, indica le seguenti categorie di soggetti cui i servizi territoriali di prevenzione dovranno offrire la vaccinazione antinfluenzale gratis:

- soggetti di età pari o superiore a 65 anni soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
   a) malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, uropoietico ovvero altre severe condizioni patologiche che aumentino il rischio di complicanze
   b) malattie degli organi emopoietici c) diabete ed altre malattie dismetaboliche
   d) sindromi da malassorbimento intestinale
   e) fibrosi cistica
   f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l’infezione da HIV
   g) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.

La Circolare, indica, inoltre, l’opportunità di vaccinare, ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, alcune categorie per le quali, a fini orientativi per l’offerta attiva della vaccinazione, si riportano le specifiche:
- personale sanitario di assistenza
- contatti familiari di soggetti ad alto rischio soggetti
- addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo:
   a) nsegnanti scuole dell’infanzia e dell’obbligo
   b) addetti poste e telecomunicazioni
   c) dipendenti pubblica amministrazione e difesa
   d) forze di polizia incluso polizia municipale
   e) volontari servizi sanitari di emergenza
   f) personale di assistenza case di riposo

Infine, una particolare categoria lavorativa che rappresenta un target per la vaccinazione antinfluenzale è la seguente:
personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali:
a) detentori di allevamenti
b) addetti all’attività di allevamento
c) addetti al trasporto di animali vivi
d) veterinari pubblici e libero-professionisti
La protezione di tali soggetti è finalizzata ad evitare fenomeni di riassortimento genetico tra virus influenzali umani ed animali (nel corso di co-infezioni), da cui potrebbero originare nuovi ceppi dotati di potenziale pandemico.

 
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