Mia madre vive a Napoli. Per motivi di salute ha dovuto fare delle cure ad una spalla recandosi presso un centro specializzato e ha parcheggiato, come fanno tutti e da sempre, l'autovettura per circa 25 giorni consecutivi su un marciapiede praticamente inutilizzato dai pedoni in quanto si tratta di una zona periferica. Ora ha ricevuto a casa (i primi) quattro verbali di contestazione per divieto di sosta. Premesso che se fosse stato apposto sul parabrezza dell'auto il preavviso di contestazione l'infrazione non sarebbe stata più commessa, la mia domanda è: cosa possiamo fare, o meglio che speranze abbiamo e su quali basi possiamo contestare le sanzioni già recapitate e quelle che arriveranno, considerando che mai è stato lasciato il preavviso di contestazione? Ed inoltre, premesso che comunemente il cittadino pensa che in caso di divieto di sosta debba trovare il preavviso di contestazione sul proprio parabrezza, se è vero come ho letto su internet che tale preavviso è un "puro atto di cortesia del vigile" non sarebbe meglio che tale cortesia divenga legge oppure non esista onde evitare confusione nel cittadino? Attendo con ansia una sua risposta perchè siamo già a e. 340 e contiamo (purtroppo) di superare i 1000. Grazie

Fughiamo intanto subito il dubbio: il Codice della Strada ed il regolamento ad esso connesso non contemplano il c.d. "preavviso". Inoltre c'è da dire che la giurisprudenza al riguardo è sempre stata abbastanza costante nel ribadire che non si commette nessuna particolare omissione se il preavviso di violazione non viene lasciato sul veicolo. Però si è verificato negli ultimi anni un acceso dibattito che fonda le proprie ragioni sulla struttura del procedimento amministrativo ed in particolare nella formazione dell'atto amministrativo stesso. Senza entrare nel dettaglio delle disquisizioni di dottrina le basti sapere che alcuni giuristi ritengono il preavviso "atto dovuto", poichè prodromicamente necessario affinchè il soggetto parte in causa nel procedimento possa essere portato a conoscenza dll'inizio di una procedura amministrativa a suo carico, che nel caso del C.d.S. si conclude con l'emissione di un verbale di accertamento di violazione da parte della pubblica amministrazione. E' inutile dire che allo stato dell'arte se non accampando una relativa lesione patrimoniale dovuta all'aggravio di spesa subito per l'assommarsi alla "multa" anche dell'aggiunta delle spese di notifica, (consentendo ormai in molti casi il preavviso il pagamento della sola somma iscritta nel stesso se effettuata nei primi giorni), non sembra esserci altro bene giuridico da tutelare. Posso accogliere invece parte del suo ragionamento se si vuol riconoscere al preavviso dignità di strumento di deterrenza sia per il contravventore per il proseguio sia per altri utenti della strada, che possono determinarsi a non mantenere una condotta a rischio di sanzione in virtù del monito offerto dal preavviso in bella vista sotto qualche tergicristallo dei veicoli sanzionati.

Alessandro Fortuna