Truffa dei ticket bus a Napoli: la Polizia Locale scopre l’artefice

Dipendente comunale fotocopiava gli ordini poi l’organizzazione consegnava i ticket a coloro che provvedevano a venderli al mercato nero: in quattro per ora gli indagati

L’inchiesta coordinata dal pm Ida Frongillo della Sezione reati contro la pubblica amministrazione e affidata alla sezione di Polizia giudiziaria della Polizia Locale di Napoli, guidata dal capitano Giuseppe De Martino,  riguarda l’ingente quantitativo di ticket bus che il Comune di Napoli si è trovato ad acquistare tanto che gli ordinativi, da una media di 5mila euro l’anno sono schizzate a 350mila euro. La Procura con gli uomini della Locale, indaga per truffa che avveniva fotocopiando all’infinito l’ordine di acquisto di Palazzo San Giacomo senza che nessuno degli addetti al controllo si preoccupasse di andare a verificare la veridicità dell’ordine e di lo ritirava.

La Procura di Napoli, ricevuta l’informativa del capo di gabinetto Attilio Auricchio, che non vede chiaro in quelle fatture che  finiscono sul suo tavolo per essere vistate da qui l’indagine affidata alla Polizia Locale e seguita da vicino dal comandante della Polizia municipale Ciro Esposito.

L’indagine ha portato ad indagare quattro persone di cui un appartenente al Comune di Napoli, due al Consorzio Unico Campania e una donna impiegata della Giroservice che consegnava, senza alcun accertamento, i ticket truffa. In buona sostanza da Palazzo San Giacomo partivano gli ordini d’acquisto ma al Palazzo arrivavano pochi biglietti. Infatti solo una minima parte dei ticket finiva agli impiegati comunali per le trasferte di servizio, il resto in un mercato parallelo che forniva soprattutto i rivenditori ignari nelle stazioni della metropolitana mentre il frutto della vendita dei ticket acquistati a spese del Comune non finiva nelle casse del Consorzio come sarebbe dovuto accadere.

La Polizia Locale di Napoli ha quindi, su ordine del PM, effettuato la perquisizione nelle abitazioni degli indagati e nei luoghi da questi abitualmente frequentati, ritenendo che vi si possano trovare cose pertinenti al reato.

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