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Ciclomotore: una premessa necessaria

La tentazione di “truccare” il proprio motorino nella speranza di riuscire a farlo andare più forte di quello degli amici o semplicemente per anticipare le prestazioni di veicoli che ancora non si possono guidare è sempre stata molto sentita dai giovani ciclomotoristi. Del resto la colpa non è tutta loro; spesso la pubblicità di questi veicoli evidenzia troppo l'importanza delle prestazioni piuttosto che sottolineare gli aspetti relativi alla sicurezza. Difatto, quello che a prima vista può sembrare un gioco da ragazzi può divenire d'improvviso una grossa fonte di guai. Infatti, aumentare le prestazioni del ciclomotore modificandone la cilindrata, sostituendone parti originali del motore con altre di tipo diverso o asportando dispositivi di limitazione della potenza può portare a conseguenze che spesso vengono sottovalutate.
La “truccatura” dei ciclomotori viene realizzata di solito con due tipi di interventi:

Rimozione dei cosiddetti “fermi” che le case costruttrici appongono al motore e al dispositivo di scarico per evitare che il ciclomotore superi i limiti di velocità imposti dalla legge. Questa operazione talvolta viene eseguita dai rivenditori , in alcuni casi addirittura all’insaputa dei clienti, e per questo è importante che al momento dell’acquisto si proceda (soprattutto da parte dei genitori…) a richiedere e a verificare l’assenza di manomissioni.   

Installazione di kit di preparazione consistenti in parti del motore o tubi di scarico che vengono posti in commercio per essere usati su ciclomotori destinati alle competizioni su pista, ma che di fatto sono acquistabili e installabili senza problemi da chiunque. Va detto,tra l’altro, che per motivi commerciali spesso la pubblicità di questi prodotti non insiste abbastanza sulla loro destina-zione e sulle conseguenze dell’installazione su ciclomotori destinati a circolare su strada.   
Oltre alle sanzioni in sé vanno anche segnalate le possibili conseguenze di carattere assicurativo in caso di incidente causato dal ciclomotore trasformato abusivamente in motociclo; la compagnia assicurativa, in genere, non potrà rifiutare il risarcimento, ma potrà rivalersi sull’assicurato. Per avere conferma di ciò basta consultare la clausola contenuta nel contratto della polizza.   
Si deve anche notare che l’incremento delle prestazioni comporta inevitabilmente un forte aumento dei consumi di carburante e delle emissioni inquinanti.   
Ma, a parte quanto detto sopra, si dovrebbe anzitutto prendere coscienza del fatto che tutte le modifiche comportano la compromissione dell’equilibrio costruttivo del ciclomotore, in particolare del telaio, delle sospensioni e del sistema di frenatura, diminuendo la sicurezza di guida e causando l’usura precoce di molti organi. Tutte le parti installate dal costruttore, infatti, sono costruite ed omologate per resistere a determinati sforzi e sollecitazioni.   



 
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