Gradirei conoscere il vostro avviso in merito alla facilità di rilascio da parte di medici legali della U.S.L. di certificazione per il conseguimento del contrassegno per invalidi. Infatti si presentano presso il mio ufficio persone richiedenti affette da patologie che non hanno nulla a che vedere con la problematica della deambulazione sensibilmente ridotta, ma problemi fisici di  natura prevalentemente cardiovascolare ed a cura dei quali, pensate il controsenso, i medici consigliano lunghe e soventi passeggiate. Addirittura c’è una persona che è afflitta da cervicale che ha richiesto il rilascio del contrassegno in argomento, dopo aver prodotto  certificazione del medico legale dell'A.S.L. anche se la patologia non rientra nella problematica di deambulazione sensibilmente ridotta. Vorrei sapere come si può contrastare questa situazione indiscriminata ed estremamente lesiva dei diritti delle persone veramente affette da grave handicap motorio. Grazie anticipatamente per la risposta, Cesare.

Quella che tu rappresenti è una problematica che sta divenendo sempre più pressante, in special modo nelle grandi città dove, purtroppo, chi ne subisce maggiormente  le conseguenze sulla propria pelle sono le persone che dovrebbero essere i beneficiari delle agevolazioni legittime che la legge consente ai soggetti con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta ed ipovedenti. La normativa sulla presentazione dell’istanza documentata per il rilascio dello speciale contrassegno esiste ed è vincolante, ma quando l’amministrazione comunale si trova di fronte ad una certificazione sanitaria, rilasciata dalla A.S.L./Settore Medico Legale, nella quale il medico dichiara testualmente  “…a tale minorazione fisica consegue una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta. Si rilascia il presente certificato a domanda dell’interessato ai fini della concessione del contrassegno speciale di cui all’art. 381 del D.P.R. 495/92 aggiornato con D.P.R. 610/96 e dall’art. 12 D.P.R. 503/96…”, non può fare altro che concedere il tagliando arancione e l’area di sosta. L’unica speranza è che il legislatore preveda una revisione della normativa, nell’interesse di coloro che effettivamente ne hanno diritto.


 

 



 


 

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